Una giornata in Piazza Vecchia a Bergamo

Una giornata in Piazza Vecchia a Bergamo

Una giornata in Piazza Vecchia

Hai mai pensato di riuscire a passare un’intera giornata a visitare una sola piazza? A Bergamo è possibile! 

Una città, mille risorse, e Piazza Vecchia è la risorsa più risorsa di tutte. In pochi metri quadrati si concentrano un’infinità di monumenti, edifici storici e ricordi.

Una giornata in Piazza Vecchia a Bergamo è l’ideale per chi vuole avere una piccola infarinatura della città di Bergamo, perché qui, in questa piazza, è possibile ripercorrere tutta la storia di Bergamo, dal Medioevo a oggi, passando per la dominazione veneta e il Rinascimento.

Ora, mettiti al centro di Piazza Vecchia, vicino alla fontana, e girati piano piano fino a fare un giro completo di 360°, quanta storia vedi? In ogni angolo, a poca distanza l’una dall’altra, un susseguirsi di tracce di coloro che hanno preceduto i nostri giorni. 

Se hai in programma una gita fuori porta e non vedi l’ora di scoprire Bergamo senza camminare troppo, sei nel posto giusto! Noi di Hotel San Rocco abbiamo per te un itinerario di una giornata in Piazza Vecchia a Bergamo, senza spostamenti previsti, parola d’onore!

E ora partiamo, pronti, partenza, VIA!

Fontana Contarini

Partiamo dal centro, da uno dei monumenti più caratteristici di Bergamo, la Fontana Contarini, o Del Contarini, che dir si voglia! Prende il nome dal suo committente, il podestà della Serenissima Alvise Contarini. Il Contarini commissionò la realizzazione della fontana a termine del suo incarico di regnante della città come dono per Bergamo, città alla quale doveva molto. Il dono aveva come scopo principale quello di alleggerire i cittadini dalle drammatiche conseguenze della siccità che in quegli anni preoccupava la popolazione: carestie ed epidemie erano, infatti, all’ordine del giorno a causa della mancanza d’acqua!

La Fontana Contarini è stata realizzata interamente in pietra locale bergamasca, in marmo bianco di Zandobbio ed è composta da una vasca centrale di forma ottagonale e da statue di sfingi, leoni e serpenti che attorniano la vasca principale, come a volerla proteggere; le figure rappresentate non sono state scelte a caso; i leoni sono il simbolo di Venezia, mentre le sfingi simboleggiano l’intelligenza dell’uomo che gli permette di affrontare e superare qualsiasi cosa, come, in questo caso, la siccità. 

CURIOSITÀ: dopo l’unità d’Italia la Fontana Contarini venne rimpiazzata fino al 1922 con la statua di Garibaldi, portata successivamente alla Rotonda di Mille. 

Palazzo Vecchio

Dirigiamoci, ora, verso l’edificio che separa Piazza Vecchia e Piazza del Duomo, il Palazzo Vecchio. Palazzo Vecchio è il palazzo comunale tra i più antichi d’Italia ed il più antico in assoluto della Lombardia, edificato nel XII secolo.

Il portico aperto che lo contraddistingue collega le due piazze, Piazza Vecchia e Piazza del Duomo.

Il Palazzo Vecchio viene anche chiamato Palazzo della Ragione, ciò per via della funzione che ebbe in epoca di dominazione veneta, funzione di tribunale. Qui, i giudici ascoltavano quelli che erano i problemi e i diverbi della popolazione, dando, a norma di legge, il loro verdetto usando appunto la ragione. I condannati in attesa di sentenza sedevano su quella che oggi viene chiamata pietra dei condannati, una pietra che si distingue dalle altre per via del colore bianco con il quale fu realizzata.

All’interno di Palazzo Vecchio, oggi, è possibile visitare il Museo dell’Affresco, localizzato nella Sala delle Capriate, dove sono collezionati gli strappi degli affreschi presenti, un tempo, sulle facciate dei principali edifici e chiese di Bergamo.

La facciata del Palazzo, dal XII secolo, secolo di costruzione, ad oggi, ha subito diversi cambiamenti; innanzitutto, originariamente la facciata era rivolta verso l’altra piazza, Piazza del Duomo, poi, tra il XV e XVI secolo, con la dominazione veneta, vennero aperti i fornici al piano terra, creando così dei portici che portano da una piazza all’altra, vennero aperte due trifore verso Piazza Vecchia, venne creata una loggia dalla quale venivano date comunicazioni ufficiali ai cittadini e venne apposto in altro, sempre verso Piazza Vecchia, il famoso Leone Alato, simbolo di San Marco, dunque della dominazione veneta. 

CURIOSITÀ: sui muri della facciata sono visibili ancora oggi dei graffi creati dai soldati bergamaschi affilando le loro baionette.

Meridiana

Passeggiamo ora sotto i portici di Palazzo Vecchio e osserviamo la pavimentazione… Eccola qui, la Meridiana “speciale” di Bergamo. Una Meridiana pavimentale a camera oscura, una Meridiana che, a differenza di quelle solite, segna la posizione del sole rispetto alla terra con un raggio di luce e non con l’ombra.

A mezzogiorno il raggio di luce entra dal foro posizionato sullo “gnomone”, un disco di bronzo posto sopra la volta della loggia, e permette di identificare il mese, la stagione e il segno zodiacale del giorno. 

Statua di Torquato Tasso

Sempre attorno ai portici di Palazzo Vecchio, ma questa volta nel perimetro di Piazza Vecchia, sulla sinistra, non ci può sfuggire la Statua di Torquato Tasso. “Ma che c’entra Torquato Tasso con Bergamo?” chiederai tu! Beh, Torquato Tasso sappiamo essere nato a Sorrento, nel Regno di Napoli, ma da una famiglia di antica nobiltà bergamasca. Tanto è vero che il poeta, durante la sua gioventù, fu spesso a Bergamo ospite di parenti che vivevano nel palazzo della famiglia Tasso in Via Pignolo (l’epigrafe che ne ricorda il passaggio è esposta ancora oggi in facciata del palazzo) e scrisse, addirittura, un sonetto dedicato alla città di Bergamo

La Statua di Torquato Tasso fu realizzata da Giovanni Battista Vismara nel Seicento su commissione di Marco Antonio Foppa con lo scopo di rendere onore al Poeta di origine bergamasca. L’idea iniziale era di posizionare la Statua del Tasso sotto gli archi di Palazzo Nuovo, sempre in Piazza Vecchia, ma, una volta terminato il progetto, l’aspetto e le dimensioni non erano come immaginati e si optò per posizionarla in un luogo meno visibile, l’angolo sinistro di Piazza Vecchia

CURIOSITÀ: il Caffè storico di Piazza Vecchia e di Bergamo aperto dal 1476, originariamente chiamato “Locanda delle due spade”, cambiò denominazione nel 1681, anno del posizionamento della statua dedicata al sommo Poeta, e divenne “Caffè del Tasso”.

Scalone dei Giuristi

Ora dirigiamoci a destra della piazza, verso lo Scalone dei Giuristi, una scalinata loggiata che collega Piazza Vecchia ai due grandi palazzi di Bergamo: Palazzo della Ragione e Palazzo del Podestà.

Lo Scalone dei Giuristi fu eretto tra il XV e il XVI secolo, quando venne modificata l’architettura di Palazzo Vecchio, con lo scopo di creare un passaggio per raggiungere il primo piano del palazzo stesso. Tutta la parete dello Scalone dei Giuristi è costernata da circa quaranta lapidi di disparata provenienza. Probabilmente lapidi appartenenti a famiglie prestigiose di tutta la bergamasca, famiglie i cui palazzi e dimore, dove le lapidi erano custodite originariamente, sarebbero stati danneggiati o distrutti.

Campanone

Ed ora eccoci qui, sull’angolo di Piazza Vecchia ad ammirare il simbolo per eccellenza della Piazza, e forse anche di tutta la città, la nostra mitica Torre Civica, per gli amici, il Campanone.

Da secoli ormai il Campanone è un vero e proprio campanile, ma originariamente fu eretto come una torre medievale con lo scopo di proteggere la famiglia Suardi, prestigiosa famiglia ghibellina di Bergamo, durante le lotte tra guelfi e ghibellini. Successivamente, la torre divenne sede del Podestà, durante il periodo comunale, mentre con il dominio veneto divenne un luogo di detenzione.

Più avanti di qualche secolo, quando il comune acquisì la proprietà della Torre Civica, divenne il campanile che conosciamo oggi, “abitato” dalla campana più grande di tutta la Lombardia fusa nell’adiacente Piazza del Duomo, campana che, oltre a segnare le ore, segnalava ai cittadini l’orario di chiusura delle porte di accesso alla città, le porte nelle mura venete, e richiamava la popolazione a raccolta. 

CURIOSITÀ: oggi come allora, ogni sera alle 22.00, il Campanone batte i suoi classici 100 rintocchi a segnalare il coprifuoco e la chiusura delle porte nella mura in epoca di dominio veneto.

Palazzo del Podestà

E proprio a fianco del Campanone, in tutta la sua imponenza, eccoci arrivati al Palazzo del Podestà. Un palazzo che racconta l’intera storia della città di Bergamo, sulla base della destinazione d’uso che gli veniva attribuita con il susseguirsi delle epoche.

Costruito, su commissione della famiglia Suardi, il Palazzo del Podestà, anche chiamato Palazzo Suardi, è stato, originariamente, dimora della stessa famiglia Suardi, la quale, a seguito delle lotte cittadine tra guelfi e ghibellini, ne perse la proprietà. Il Palazzo del Podestà divenne, così, di appartenenza comunale e fu per secoli la residenza del podestà della città di Bergamo.

Negli anni, il Palazzo del Podestà subì numerosi restauri e ampliamenti, anche necessari a seguito di incendi che ne implicarono la rovina. Con l’arrivo in città della Serenissima e quindi con la dominazione veneta sulla città di Bergamo, il Palazzo del Podestà divenne il centro dell’amministrazione di giustizia.

Nel XV secolo, al Bramante vennero commissionati dei dipinti da realizzare sulla facciata del palazzo a decorazione; i dipinti realizzati erano sette, ma solo due sono riusciti ad essere recuperati e, oggi, sono conservati nel Museo dell’Affresco in Palazzo Vecchio

Dal 2012, il Palazzo del Podestà ospita il Museo del Cinquecento, un museo composto da sette sale, nelle quali, grazie all’ausilio dell’interattività, è possibile rivivere l’epoca rinascimentale della città di Bergamo, scoprendo personaggi, storie e mode che l’hanno resa memorabile. 

Palazzo Nuovo

Dirigiamoci, ora, oltre la Via Colleoni dove svetta lo strepitoso Palazzo Nuovo! Il Palazzo Nuovo, così chiamato per sottolineare la contrapposizione (anche fisica, sono infatti l’uno di fronte all’altro) con il Palazzo Vecchio, abbraccia epoche diverse: la sua costruzione, infatti, è durata quasi tre secoli, dal Seicento al Novecento.

La facciata del Palazzo Nuovo, realizzata interamente in marmo bianco di Zandobbio, fu terminata nel 1928, ma non fu l’ultima finitura dell’edificio; nel 1958 vennero poi aggiunte sei statue a simboleggiare l’artigianato, l’industria, il fiume Brembo, il fiume Serio, l’agricoltura e il lavoro.

L’interno, realizzato in stile classico, lascia senza fiato: significativi sono la Colonna Camozzi (un leggio a forma di albero con scolpiti gli stemmi di Bergamo e Brescia) e il busto del Colleoni che si trovano nell’atrio, e tutte le altre sale finemente decorate e abbellite da busti e ritratti. 

Oggi, Palazzo Nuovo, è sede della famosa Biblioteca Civica Angelo Mai, nella quale sono conservati testi, manuali, pergamene, codici di immenso valore storico e culturale. 

Ex Chiesa di San Michele all’Arco

Dall’interno di Palazzo Nuovo accediamo all’ex Chiesa di San Michele all’Arco, una piccola chiesetta sconsacrata dal 1955 e, da lì, diventata emeroteca della Biblioteca Civica Angelo Mai.

L’ex Chiesa di San Michele all’Arco si trova di fianco a Palazzo Nuovo, con un accesso defilato, quasi nascosto, molti, infatti non ne conosco l’esistenza. Ed è un peccato! Una cupola affrescata colma di scaffali “abitati” da quotidiani e periodici provenienti da tutto il mondo: tutta la raccolta di Le Monde, La Repubblica, l’Eco di Bergamo, e molti altri.

Qui è conservata la storia del giornalismo mondiale.

Eccoci arrivati alla fine di questo tour, con i bagagli pieni di nuove consapevolezze e storie da raccontare! 

È arrivato il momento di goderci un po’ di sano relax, e cosa c’è di meglio di un aperitivo fuori dalla caoticità della città? 

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